6 novembre 2000

Un caso molto severo per Venezia, con il livello (osservato) di 144 cm, che non è da primato ma che non si vedeva da 14 anni. Il rialzo, 118 cm alle 21, è stato molto acuminato, per così dire, ma il gioco, con una pur debole marea di quadratura, ha dato luogo ad una fastidiosa permanenza dell’acqua sopra i 100 cm di oltre sette ore. Al solito, un’ondata così netta è stata seguita da oscillazioni di sessa, principalmente di 22 ore, ma ben visibili anche sulle alte frequenze (si osservi il residuo). Il rialzo partiva da valori trascurabili, all’inizio del 6 novembre, essendo già stati smaltiti gli effetti di precedenti forzature (si veda l’inizio del grafico delle pressioni). Vediamo finalmente le cause meteorologiche: l’evoluzione del tempo mostra un punto di depressione all’altezza del canale della Manica (le carte dei giorni precedenti lo mostrerebbero già lì da un pezzo) e dei sistemi frontali che viaggiano verso oriente facendo perno su di esso. Si può vedere un piccolo fronte caldo, seguito da uno freddo ed esteso. Al di là delle Alpi i due fronti si raggiungono e creano un fronte occluso, mentre la parte meridionale mantiene la propria natura. Altre registrazioni riportano, a Venezia, un violento temporale all’ora del passaggio (tardo pomeriggio), e questo è coerente con la natura di un fronte freddo. Proprio l’avanzata di questo fronte è la causa di tutto: la pressione a Venezia cade di 27 hPa in 24 ore, creando un forte gradiente tra nord e sud. Ancora più grave è il vento, massimo a Venezia (si osservi la scala delle velocità) con direzioni meridionali, tale da creare difficoltà alla navigazione lagunare nei tratti esposti. È inutile rilevare la breve durata di questo vento, in accordo con il picco ristretto del conseguente rialzo.